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Il prof. Jacopo Bisagni dell’Università di Galway elogia la Scherma Storica apuana

Il prof. Jacopo Bisagni dell’Università di Galway elogia la Scherma Storica apuana

jacopo

Prof. Jacopo Bisagni,

Riportiamo di seguito le parole del prof. Jacopo Bisagni, docente di studi celtici e di latino medievale presso l’Università di Galway, che questa estate ha avuto occasione di apprezzare gli allievi di scherma storica del nostro Club, impegnati in una rievocazione medievale in Lunigiana.

Il Medioevo è oggi più che mai presente nel nostro immaginario. Dall’ambientazione fantasy di serie di distribuzione globale come Il Trono di Spade alle innumerevoli feste medievali che immancabilmente caratterizzano le programmazione (estiva e non) dei borghi italiani, questo periodo storico continua ad affascinare, divertire ed inquietare… E’ forse proprio per questo che nessun’altra epoca ha generato altrettanti stereotipi infondati, semplificazioni ingenue e falsi miti, continuamente riproposti (e quindi consolidati) dai mass media e da varie forme di intrattenimento.

Senza rinunciare ad una rappresentazione che rientra nell’ambito dello ‘spettacolo’, il Club Scherma Apuano si distingue però nettamente da tutto questo per un fattore determinante: il suo uso delle fonti.
In particolare, la collaborazione con studenti e studiosi di archeologia permette la ricostruzione puntuale di oggetti, attività, vestiario, modi di vivere: insomma, tutto quello che va sotto il termine generico di cultura materiale. Inoltre, la lettura attenta dei trattati di scherma anteriori alla fine del XV secolo che ci sono pervenuti (essenzialmente di scuola tedesca, francese e italiana), sostenuta da un’esperienza di alto livello nell’ambito della scherma moderna, permette la ‘messa in scena’ di ricostruzioni credibili di tecniche, posizioni, assalti, parate, ma anche dei contesti in cui l’arte schermistica poteva essere messa in pratica.

Il termine ‘arte’, d’altra parte, non è qui usato nel suo senso comunemente inteso, ma piuttosto secondo l’accezione specifica dell’ars medievale, ovverosia ‘conoscenza tecnica’ o più precisamente ‘organizzazione sistematica e razionale dell’esperienza’ (infatti, non è certo un caso che il trattato di scherma più antico dell’Occidente Cristiano, scritto verso il 1300, sia stato prodotto in un ambiente universitario e/o clericale).
Tipicamente, i trattati medievali di scherma consistono in una serie di figure, più o meno realistiche e dettagliate, che illustrano l’utilizzo di varie armi da taglio e da botta, come anche il combattimento a mani nude; queste figure sono poi in genere accompagnate da brevi didascalie in Latino o in lingua volgare, spesso composte in forma poetica, che descrivono (non sempre chiaramente!) il contenuto e il senso delle immagini.

Nella loro performance, i membri del Club Scherma Apuano fanno letteralmente prendere vita all’iconografia dei trattati (specialmente il Flos duellatorum di Fiore de’ Liberi, scritto all’inizio del XV secolo), con l’aggiunta preziosa di una folta galleria di ‘personaggi’ (un medico, un contadino, un venditore di reliquie, e così via), la cui caratterizzazione, spesso ironica o persino farsesca, è tuttavia pure sostenuta da fonti testuali ed archeologiche.

Naturalmente, nessuna fonte, per quanto esplicita o ben conservata, può fornirci una comprensione completa, accurata ed univoca di un periodo così complesso e variegato come il Tardo Medioevo. Ogni fonte, che si tratti di un manufatto o di un testo, richiede un’interpretazione. Se poi si intende passare dall’interpretazione di una o più fonti al terreno minato della vera e propria ricostruzione di un determinato fenomeno storico, è ovvio che il risultato, per quanto curato e ‘filologicamente corretto’, non potrà mai coincidere perfettamente con la Verità storica. Tuttavia, una volta presa coscienza di questo fatto con onestà intellettuale, nulla vieta di formulare ipotesi e congetture e, perché no, anche giocare col nostro passato. Il Club Scherma Apuano ha l’indubbio merito di fare tutto questo con serietà, passione e consapevolezza, mettendo il pubblico in contatto con un Medioevo con meno clichés e più verosimiglianza. Il che non è poco.

(Dr. Jacopo Bisagni, PhD, specialista in studi celtici e latino medievale, Department of Classic, National University of Ireland, Galway)

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